Anche l’ingegno vuole la sua parte, ed è senza dubbio ingegnosa l’idea di utilizzare i tappi in plastica, delle comuni bottiglie usate, come carriers biologici nella tecnologia di depurazione delle acque detta Rotating Cell Biofilm Reactor, in siglia R.C.B.R.

Quest’ultimo sistema, applicabile alle tipologie di refluo biodegradabile ­­- ovvero reflui civili urbani e reflui industriali del comparto zootecnico e agroalimentare – sfrutta il moto centrifugo di un cestello in acciaio inox che lentamente ruota, appunto, all’interno di una vasca contenente le acque sporche da depurare.

Ma come funziona? In sostanza, il cestello è pieno di elementi plastici su cui, con il passare del tempo, si sviluppa una pellicola batterica. Il meccanismo è semplice: se il cestello ruota del tutto immerso nell’acqua sporca si toglie ossigeno, il che abbatte i nitrati ad azoto molecolare, mentre se ruota parzialmente immerso nella stessa acqua da depurare, in quest’ultima si formano delle comunità di batteri che riducono il carbonio organico dalle acque sporche e ossidano l’ammoniaca a nitrati. Il risultato è dell’acqua senza carbonio, senza azoto e senza fosforo.

Impianto depurazione per Industria con tappi in plastica

Nel Rotating Cell Biofilm Reactor un’azienda di Rovereto, però, ha portato un pizzico di innovazione che fa bene all’ambiente. Infatti, i tradizionali carriers biologici in polietilene, supporto necessario per la crescita del biofilm, sono stati sostituiti con dei comuni tappi in plastica delle bottiglie usate, dando vita a un virtuoso processo di riciclo a costi molto ridotti, considerato che i tappi sono disponibili sul mercato (presso le varie associazioni benefiche che ne curano la raccolta a scopi benefici) a prezzi molto bassi.

Tecnologia, innovazione e riciclo, tre pilastri che in questo caso hanno dato vita a un’unione di successo per depurare l’acque reflue.