Termovalorizzatori sì, termovalorizzatori no: la questione in Italia è aperta da anni. Di fatto gli impianti di termovalorizzazione in funzione producono scorie che vanno smaltite correttamente o valorizzate; ed è proprio quest’ultimo l’obiettivo raggiunto dal progetto Valire che, individuata la tecnologia adatta, ha ricavato materiali da costruzione partendo dalle scorie.
Valire cofinanziato dall’Unione Europea e realizzato dalla realtà industriale Sasil spa, attiva nel settore dell’estrazione mineraria, insieme alla Società consortile Stazione sperimentale del vetro di Murano, ha richiesto tre anni di lavoro, oltre tre milioni di euro di budget per arrivare a trasformare le scorie prodotte dai termovalorizzatori dei rifiuti solidi urbani in materiali per il mercato edile.
Partendo da un esame chimico-fisico delle ceneri pesanti, è stato sviluppato un processo di trattamento in parte a umido e in parte a secco in modo da separare le varie frazioni (fini, grossolane, cristalline, amorfe) per fornire nuove materie prime secondarie destinate al comparto delle costruzioni. In particolare, dalle scorie pesanti e dalle ceneri volatili è stata ottenuta la lana di roccia artificiale con caratteristiche di isolamento, peso e bio solubilità pari a quelle dei materiali attualmente presenti sul mercato, ma con il vantaggio di partire da un rifiuto.
Sempre trattando le scorie, dai prodotti intermedi sono stati ricavati: schiuma di vetro usando la frazione amorfa della scoria miscelandola con il vetro riciclato; filler per calcestruzzo, utilizzando la frazione cristallina della scoria dopo il trattamento di deferrizzazione e micronizzazione; soluzioni basiche, facendo ricorso alla frazione alcalina recuperata dal trattamento a umido delle scorie per abbattere soluzioni acide e produrre gesso; inerti per l’industria dei laterizi, usando i vari prodotti misti intermedi per miscele con argille destinate al mercato dei laterizi.
I vantaggi sono quindi duplici, considerando che dal punto di vista ambientale c’è la valorizzazione delle scorie che invece di finire in discarica vengono riutilizzate, con un relativa diminuzione delle nuove estrazioni minerarie di materie prime; dal punto di vista economico, si risparmia sui costi per lo smaltimento in discarica delle scorie e sui costi della mancata attività estrattiva. Infine, la tecnologia sviluppata all’interno del progetto Valire può essere perfettamente replicata, in tutto o in parte, non solo in Italia, ma anche in altri Paesi.
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