I nematodi sono uno dei principali problemi per chi produce orticole, per combatterli esistono in commercio differenti nematocidi che però richiedono una gestione accorta della risorsa idrica.

I danni provocati dai nematoidi

I nematodi sono una famiglia molto ampia di animali vermiformi, la gran parte dei quali vive nel terreno a scapito di molte colture agricole. Gli imprenditori più colpiti da questi parassiti, che penetrano nelle radici per nutrirsi e completare il proprio ciclo vitale, sono certamente i floricoltori e gli orticoltori.

La presenza di nematodi infatti causa un indebolimento della pianta che ha una crescita stentata, anche in presenza di nutrienti e acqua in abbondanza. Nel florovivaismo questo può determinare aborti fiorali e dunque una perdita di reddito diretta per gli agricoltori.

Anche il settore delle orticole risente di questi parassiti. In colture come quella della carota o della patata un attacco di nematodi, se non controllato, può determinare una compromissione del prodotto in quanto i parassiti attaccano direttamente la parte della pianta commercializzabile.

Ma anche le altre colture, come il pomodoro, la melanzana o il peperone possono risentire degli attacchi di nematodi che producono un calo delle rese e frutti di piccole dimensioni difficili da collocare sul mercato.

Come combattere i nematoidi

Dopo la messa al bando del bromuro di metile, il fumigante più utilizzato per sanificare i terreni, gli agricoltori hanno potuto disporre di differenti nematocidi, sostanze in grado di eliminare il problema di questi parassiti.

La maggior parte dei prodotti è in forma di microgranuli oppure liquida. In entrambi i casi la gestione dell’acqua è essenziale per garantire la corretta applicazione del prodotto e dunque la sua efficacia.

Le formulazioni in microgranuli sono le più diffuse. Questi nematocidi devono essere distribuiti sul terreno secondo le dosi di etichetta e parzialmente interrati.

È essenziale che il trattamento avvenga prima del trapianto o della semina, in modo che alla sostanza venga dato il tempo di compiere il proprio lavoro. Ed è altrettanto essenziale che dopo la distribuzione il campo venga adeguatamente irrigato per permettere il discioglimento dei microgranuli.

Ogni prodotto richiede infatti volumi differenti di acqua per superficie ed è quindi essenziale disporre di un flussimetro che dia conto della bagnatura del campo.

I flussimetri nella fertirrigazione

ASV Stubbe offre una ampia gamma di flussimetri in plastica (PVC, PA, PSU ed in PVDF) di diverse dimensioni, vanno dai 3 fino ai 50.000 l/h, ideali anche nel caso in cui il nematocida sia in formato liquido o in polvere da disciogliere nei serbatoi dell’acqua prima dell’applicazione in serra.

Anche in questo caso, infatti, ogni etichetta riporta il volume di acqua in cui é necessario disciogliere o miscelare il prodotto. Ecco perché è utile l’inserimento di una sonda di livello, come le sonde di livello conduttivi CFP realizzate da ASV Stubbe, all’interno dei serbatoi dell’acqua.

In questo modo si possono tenere sotto controllo i volumi all’interno dei quali miscelare il prodotto. Il fatto che flussimetri e sonde siano in materiale plastico risolve poi il problema di eventuali interazioni tra i prodotti e le parti in metallo presenti in altre tipologie di strumentazioni.

Volumi troppo elevati di acqua diminuiscono l’effetto dei nematocidi e portano ad un dilavamento del prodotto attraverso il terreno. Mentre volumi limitati, oltre a compromettere l’efficacia della sostanza, causano precipitazioni e ostruzioni all’interno delle tubazioni.

Nella scelta dell’impianto di irrigazione, quello a goccia è sicuramente da preferire. Le radici delle piante crescono infatti solo nella zona raggiunta dall’acqua di irrigazione e rimangono protette dall’attacco dei nematodi.

Altro elemento fondamentale da tenere in considerazione è la tipologia di terreno su cui insiste la coltura. Terreni sciolti, come quello sabbioso, rappresentano un buon substrato per la coltivazione di alcuni ortaggi, come le carote, ma sono anche l’ambiente ideale per i nematodi che riescono a muoversi con un alto grado di libertà. Inoltre un terreno sciolto trattiene meno l’acqua e dunque l’efficacia del nematocida è più limitata nel tempo. Discorso inverso può essere fatto per terreni limosi o argillosi.