Nel settore tessile laniero le acque reflue comprendono, oltre alle acque di processo, anche le acque di raffreddamento, a temperature alte ma poco inquinanti, e le acque di lavaggio, che hanno portate abbondanti e un carico di inquinanti più bassi rispetto alle acque di processo.

Processi di depurazione delle acque dell’industria laniera

Le acque reflue sono colorate, torbide per la presenza di materiali in sospensione e cariche di sostanze inquinanti o addirittura tossiche. Nelle acque di processo si trovano componenti più o meno facilmente biodegradabili. Prima di disperderle nell’ambiente o di poterle utilizzare come acque di ricircolo nei processi industriali, è necessario provvedere a un trattamento di depurazione adeguato.

La varietà di composti presenti nelle acque reflue del tessile e le loro differenti caratteristiche fisiche e chimiche richiedono l’utilizzo di tecniche combinate per la depurazione delle acque.

I processi di depurazione vengono suddivisi in primari, secondari e terziari.

La depurazione primaria permette di rimuovere le sostanze solide presenti nella soluzione.

Tra i processi primari, che hanno natura fisica e chimica, si trovano la grigliatura, l’equalizzazione, la disoleazione, la sedimentazione primaria e la reazione di Fenton.

I processi secondari riguardano processi biologici, che sono fondati sul metabolismo di degradazione batterica delle sostanze organiche biodegradabili.

I trattamenti terziari sono invece l’adsorbimento su carbone attivo, l’ozonizzazione, la filtrazione e lo scambio ionico.

Acque reflue tessili: caratteristiche e trattamento

I coloranti che vengono utilizzati sono sempre più stabili dal punto di vista chimico: questo rende più impegnativo il processo di depurazione.

In alcuni casi il colore delle acque reflue è dato dai solidi sospesi, in altri da sostanze disciolte.

Nel secondo caso per rimuovere efficacemente dalle acque il colore è necessario ricorrere a trattamenti particolari, come l’ossidazione spinta, che viene condotta utilizzando come ossidanti il cloro, l’acqua ossigenata o l’ozono.

I materiali in sospensione, invece, sono rappresentati da particelle di piccolissime dimensioni che vengono eliminate tramite processi fisici come la sedimentazione e la filtrazione o con la degradazione biologica ad opera dei batteri.

Nelle acque reflue del tessile si trovano anche cloruri, fosfati e solfati, residui dei processi di finissaggio, che sono eliminati tramite l’uso di filtri a membrana, osmosi inversa o precipitazione chimica.

Tra i prodotti utilizzati in tintoria e finissaggio ci sono anche ammoniaca e nitriti, che vengono abbattuti attraverso tecniche biologiche.

I metalli pesanti, presenti in quantità minime, sono però altamente tossici e vengono rimossi tramite precipitazione o scambio ionico.

Sostanze ad alto impatto ambientale sono i tensioattivi, che nella lavorazione della lana sono presenti in grandi quantità; se scaricati nei corsi d’acqua, i tensioattivi producono schiuma e causano l’eutrofizzazione dell’ambiante acquatico, che si impoverisce di ossigeno e diventa inospitale per gli organismi che la popolano. La rimozione di queste sostanze avviene tramite ozonizzazione, carboni attivi o ossidazione chimica.

Negli impianti industriali, nella depurazione delle acque reflue del settore tessile è indispensabile utilizzare valvole e pompe resistenti alla corrosione, come i componenti in plastica di ASV Stubbe.

(fonte: Arpa)