Tra le energie alternative sulle quali si investe di più c’è l’energia eolica offshore, al centro di diversi progetti in Europa e negli Stati Uniti.

Le turbine eoliche collocate in mare aperto possono sfruttare meglio la forza del vento, ma i costi di manutenzione sono ancora molto alti perché l’ambiente marino è altamente corrosivo e le pale sono difficili da raggiungere.

Materiali speciali per le pale dell’eolico offshore

La manutenzione è un costo ancora molto alto per tutto il settore dell’eolico. Le pale sono soggette a usura anche quando non si trovano in mare aperto per via delle continue sollecitazioni meccaniche alle quali sono sottoposte. I ricercatori statunitensi dell’Argonne National Laboratory hanno migliorato la resistenza all’usura rivestendo le componenti delle turbine, fatte d’acciaio, con un cappotto in carbonio, più morbido rispetto al materiale di base.
Anche nel caso delle turbine offshore, la resistenza alla corrosione viene incrementata con un rivestimento che aumenta le prestazioni del materiale sottostante.
In Danimarca, dopo aver studiato la perdita di massa delle pale in alluminio erose e danneggiate da umidità e salsedine, gli ingegneri del polo di ricerca LM Wind Power Technology di Kolding hanno realizzato un rivestimento speciale per le turbine.
Il rivestimento è 5 volte più resistente alla corrosione rispetto all’alluminio, grazie alle caratteristiche di compattezza, elasticità e flessibilità del materiale di copertura, a base di poliuretano.

Nuove politiche pro-eolico

Non stupisce che proprio dalla Danimarca arrivi la notizia del nuovo materiale: qui nel 2015 il 42% dell’energia elettrica prodotta arrivava dal vento. A partire dagli anni 70, quando sono state installate le prime turbine, la Danimarca si è posta obiettivi ambiziosi, raggiunti passo dopo passo, e ora mira ad abbandonare completamente i combustibili fossili entro il 2050.
Anche negli Stati Uniti il programma dell’eolico è ambizioso: secondo la National Offshore Wind Strategy, entro il 2050 si produrranno 86 Gigawatt di energia, con una riduzione delle emissioni dell’1,8 %. Il primo polo eolico, a Rhode Island, sarà presto in funzione, e a questo ne seguiranno altri.
Secondo i dati riportati dall’Eni il nostro paese nel 2015 è stato il nono produttore al mondo di energia eolica: un dato non negativo, visto che per la sua conformazione geografica l’Italia non è un territorio particolarmente ventoso.

(Fonti: www.scienzaverde.it; www.eniscuola.net)