Che fine fanno le barche a vela dismesse? Finiscono in discarica senza che i materiali di cui sono composte vengano riutilizzati. Ma in futuro le cose potrebbero cambiare in meglio, grazie a una start up milanese che lavora con la fibra di basalto arricchito per realizzare imbarcazioni. Questo materiale ha il vantaggio di avere un alto tasso di riciclabilità, a differenza della fibra di vetro attualmente utilizzata dalla nautica, che è sì flessibile e resistente, ma non è riciclabile.

Fibra di basalto: un materiale versatile

La fibra a base di basalto ha origine minerale e deriva dalle eruzioni vulcaniche che ogni anno emettono oltre tre chilometri cubi di basalto, cioè lava. Il 60% della crosta terrestre è costituito da lava.
I primi tentativi di produrre fibre di basalto sono stati sviluppati negli Stati Uniti, all’inizio del XX secolo, per scopi militari; in seguito il materiale fu impiegato per i tessuti ignifughi nell’industria automobilistica e aerospaziale.
In passato questo materiale è stato messo da parte per la qualità non costante del prodotto finale, invece, di recente un’azienda belga ha reinventato il processo industriale e sforna una fibra dalla qualità costante: è addizionata con ossidi e si può riciclare all’infinito perché a fine vita si può mettere in fornace ottenendo della fibra identica a quella vergine.
Il produttore belga preleva il basalto da miniere a cielo aperto dove c’è materiale con una composizione chimica particolare, e lo arricchisce in una seconda fase di fusione con altri minerali; infine, lo si fa passare attraverso un macchinario con dei pettini ad hoc da cui esce fibra di basalto sotto forma di filamenti da 9 micron. Tessendo questi filamenti si può sfruttare la fibra di basalto in campo nautico, ma anche negli altri campi dove sono impiegati i materiali compositi: dalle pale eoliche ai piatti doccia, passando per le macchine di Formula 1, senza tralasciare le applicazioni edili.

La nautica sostenibile

La startup milanese ha scommesso in grande, scegliendo di utilizzare la fibra di basalto arricchito per le imbarcazioni di diporto. Ha aperto così una prospettiva innovativa per la nautica, cioè quella del recupero dei materiali, con un risparmio di energia e un forte beneficio per l’ambiente, considerando che solo in Europa ogni anno più di 600mila imbarcazioni arrivano a fine vita; e spesso sono “usa e getta”, come quelle da regata: è un controsenso far finire in discarica tonnellate di materia prima utilizzata solo per una manciata di mesi.

Per il settore nautico proponiamo segnali IMO per qualsiasi tipo di imbarcazioni.