Usando una definizione, comune per fluido s’intende un particolare stato della materia che comprende i liquidi, i gas e i plasmi. In pratica, i fluidi non hanno una forma propria ma assumono la forma del volume nel quale sono contenuti.

Entrando ancora di più nel dettaglio possiamo affermare che un fluido è altresì una sostanza in grado di deformarsi in modo continuo e indefinitamente quando viene sottoposta a sforzi esterni. In altre parole, in condizioni di quiete, un fluido può opporsi solo a sforzi normali, mentre se sottoposto a sforzi tangenziali si mette necessariamente in moto.

Lo sforzo normale, in condizioni statiche, viene detto pressione. Si osservi che questa definizione è di tipo fenomenologico, in quanto prescinde dalla struttura intima del materiale e considera solo la sua risposta ad azioni esterne.

La descrizione quindi del moto di un fluido non è cosa semplice e – per poter arrivare a risultati attendibili – nella pratica quotidiana vengono spesso impiegati procedimenti numerici come quello alle differenze finite, uno dei metodi più antichi sviluppato da Eulero nel 1768, oppure come il criterio agli elementi finiti proposto inizialmente per la risoluzione dei sistemi sforzo-deformazione che caratterizzano le analisi strutturali, oppure come l’approccio ai volumi finiti, introdotto per la prima volta da Mc Donald, da Mc Cormack e da Paullay negli anni ’70 per ottenere la soluzione di sistemi bidimensionali, ulteriormente incrementato da Rizzi e Inouye che lo estesero alla risoluzione di sistemi tridimensionali.

Sulla base quindi delle diverse possibilità di calcolo, dei differenti sistemi hardware e delle quasi infinite possibilità software il progettista affronta il percorso di progettazione di una pompa impiegando un criterio numerico ad esempio ottimizzando la girante attraverso una valutazione del tubo d’ingresso, del corpo girante e del relativo stadio.

Durante il percorso di progettazione è quindi possibile, per ciascun componente, realizzare modelli numerici in grado di fornire i sistemi più performanti e confrontare le singole prestazioni. Tuttavia è possibile che le analisi numeriche mediante fluidodinamica computazionale (CFD) non siano in grado di raggiungere i requisiti di progetto e che l’identificazione delle criticità debba per forza passare dalla prototipazione della pompa e dalla verifica mediante prove sperimentali. Passaggi iterativi tra prototipi e CFD sono condizione necessaria e sufficiente al fine di ottenere un prodotto dalle caratteristiche richieste.