Sostanze altamente tossiche e contaminanti, il solo pensiero mette agitazione. Per non essere impreparati si investe in ricerca. Anche l’Italia dà il proprio contributo:

l’Istituto di scienze e tecnologie molecolari (Istm) del Cnr di Milano dal 2014 si occupa del progetto NanoContraChem, patrocinato e finanziato dalla Nato, per sviluppare polveri per la decontaminazione.

“Rispetto alle polveri già disponibili in commercio, si sta lavorando su formulazioni più efficaci e senza cloro, sostanza ad alto impatto ambientale – spiega il coordinatore Matteo Guidotti –. Una polvere decontaminante, come quelle prodotte nei laboratori Istm-Cnr, si compone di tre ingredienti principali: la bentonite, che svolge il ruolo di spugna, è un’argilla naturale estratta dalle miniere che funziona come un setaccio molecolare, riuscendo ad assorbire e rimuovere la sostanza contaminante; il sale di ferro, che è utilizzato come catalizzatore per le reazioni di ossidazione, perché solo con un processo di ossidazione è possibile trasformare e degradare in composti molto meno tossici; il perborato di sodio, sostanza ossidante solida, che in presenza di acqua è capace di generare perossido di idrogeno con un’azione degradante, ossidante e distruttiva nei confronti di armi chimiche potenti”.
Con questa ingredientistica si preparano le polveri da inserire in estintori e guanti per la decontaminazione immediata, ma prima ci sono numerose prove da effettuare.

“Per valutare le formulazioni più efficaci, tra i vari test condotti in laboratorio c’è quello della contaminazione di quadranti di cotone con un simulante di arma chimica, a cui si applica la polvere decontaminante. Il terzo step consiste nello spazzolare il tutto e, in ultimo, con un naso elettronico si rileva se la contaminazione è stata degradata o meno. Quando i risultati sono positivi si procede simulando contaminazioni reali in spazi ristretti e controllati. Ma è un lavoro lungo”, conclude Guidotti.

Queste polveri sono studiate per essere impiegate dal personale civile come vigili del fuoco, soccorritori, operatori del 118, insomma da coloro che si trovano a operare in un ambito di soccorso dopo incidenti in cui sono state utilizzate sostanze super tossiche, o c’è la minaccia di usarle.