La plastica biodegradabile viene ricavati da prodotti naturali come il mais o la canna da zucchero; per garantire flessibilità a questo prodotto, però, in molti casi ai componenti naturali viene aggiunto un polimero gommoso derivato dal petrolio, il caprolettone, che non essendo biodegradabile rende la bio-plastica decisamente meno ecologica.

Un additivo naturale per la plastica biodegradabile

Le cose potrebbero cambiare grazie a uno studio degli scienziati del Center for Sustainable Chemical Technologies (CSCT) dell’Università di Bath: il polimero petrolchimico potrebbe essere sostituito da un composto organico, perfettamente biodegradabile, che si trova negli aghi di pino. Si tratta del pinene, la sostanza che regala i pini il caratteristico profumo che ci ricorda il Natale.

Oltre a essere biodegradabile, il pinene ha anche il vantaggio di essere facile da reperire ed economico. Per ottenerlo non è necessario abbattere nuovi alberi, dato che si tratta di un prodotto di scarto dell’industria della carta: è quindi possibile recuperarlo nel ciclo industriale delle cartiere e utilizzarlo per un impiego completamente diverso, nell’ottica dell’economia circolare, per la quale gli scarti di un certo processo diventano la materia prima per un altro processo.

Secondo i ricercatori, la nuova plastica potrà essere utilizzata per diverse applicazioni, come il packaging degli alimenti, i sacchetti di plastica e anche gli impianti medici. Altri utilizzi potranno essere ideati in futuro: in ogni caso sarebbe un’ottima soluzione poter sostituire i prodotti petrolchimici, inquinanti e non biodegradabili, con sostanze naturali, ecologicamente sostenibili.

Il Dipartimento che sta finanziando lo studio sull’estratto degli abeti sta valutando anche altri prodotti naturali in grado di sostituire i prodotti petrolchimici. Tra questi c’è il limonene, che si estrae dagli agrumi e potrebbe essere utilizzato sia per le materie plastiche, sia per i prodotti farmaceutici. Il limonene e il pinene, come anche il mentolo e la canfora, appartengono alla famiglia delle biomolecole terpenoidi, sostanze profumate particolarmente interessanti per la loro struttura chimica, simile a quella degli idrocarburi derivati dal petrolio.

(Fonte: www.rinnovabili.it)