Chi non ricorda SpiderMan, che a New York saltava da un grattacielo all’altro sfruttando resistentissime ragnatele? Oggi i ragni possono fare super-ragnatele caratterizzate da una incredibile durezza e una sorprendente resistenza alla rottura. Lo hanno scoperto gli scienziati del Laboratory of Bio-Inspired and Graphene nanomechanics dell’Università di Trento, che hanno fatto un esperimento mettendo dei comuni ragni ballerini in un ambiente nel quale era stata dispersa una soluzione acquosa contenente grafene e nanotubi di carbonio.

Questi materiali, che si distinguono per la loro eccezionale durezza e flessibilità, sono stati assorbiti dagli aracnidi, che hanno poi prodotto ragnatele davvero fuori dal comune. In resistenza alla rottura, durezza, elasticità e leggerezza, le super-ragnatele superano fibre sintetiche ad alte prestazioni come il kevlar, che è 5 volte più resistente dell’acciaio e trova applicazione nella produzione di auto da corsa, imbarcazioni, giubbotti antiproiettile e attrezzature per sport estremi.
Anche la resistentissima ragnatela al grafene potrebbe essere impiegata in ambiti diversi, tanto più che nel laboratorio di Trento gli scienziati hanno scoperto che intrecciando il filo su se stesso si ottiene una tela con proprietà ancora più notevoli.

Per poter realizzare la tela in quantità significative, però, sarà necessario affinare il processo di produzione e trovare nuove soluzioni: nel corso dello studio, 4 dei 15 ragni “innaffiati” con la soluzione di grafene sono morti subito dopo il trattamento, e c’è anche il fatto che la quantità di filo prodotta dagli aracnidi è limitata. Per ovviare a questo problema si sta pensando di tentare l’applicazione con i bachi da seta, che hanno una produzione assai più generosa rispetto ai ragni.