Gestire un’industria significa dover affrontare una serie di problematiche che esulano dalla semplice produttività. Fra queste, oltre alla sicurezza sul lavoro, anche le tematiche ambientali hanno un grande impatto e in particolare il trattamento delle acque reflue, una materia che tocca trasversalmente ogni comparto produttivo.

Il D. Lgs. 152/06 definisce le acque reflue industriali come

“qualsiasi tipo di acque reflue provenienti da edifici od installazioni in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, differenti qualitativamente dalle acque reflue domestiche e da quelle meteoriche di dilavamento, intendendosi per tali anche quelle venute in contatto con sostanze o materiali, anche inquinanti, non connessi con le attività esercitate nello stabilimento;”

Risulta quindi evidente come il legislatore abbia posto l’accento sulle cosiddette acque di processo che non possono superare, in fase di scarico, determinati limiti tabellati nell’allegato V.

È quindi di fondamentale importanza che il Datore di Lavoro si doti di un impianto di depurazione efficiente, strutturato a partire dalle effettive esigenze che la produzione richiede.

Troppo spesso vediamo, come consulenti, impianti sovradimensionati o, al contrario, scelti senza un’analisi accurata della tipologia di reflui da trattare.

Un altro parametro troppo spesso ignorato è la temperatura di ingresso delle acque nell’impianto.
Un’alta temperatura dei reflui, unita magari alla loro natura corrosiva può causare sia danni all’impianto che reazioni chimiche che aggravano la natura degli scarichi.

Per questo motivo degli scambiatori di calore efficienti sono fondamentali per la corretta gestione del problema.
A fronte di un’analisi chimica delle acque di scarico che evidenzi la loro aggressività, lo scambiatore di calore limita i danni che questa, aggravata dalle alte temperature, potrebbe causare. Ultimo parametro da considerare (ma di grande rilevanza!) è il materiale con cui lo scambiatore è composto.

Sistemi costruiti in grafite sono l’ideale a livello di resistenza al calore e all’aggressività delle sostanze disciolte nei reflui. Una ulteriore miglioria da valutare come plus di prodotto è, come nei sistemi in grafite di SGL Group,  l’eventuale rivestimento in fibra di carbonio che fa crescere  fino al 130-140% la resistenza alla pressione in presenza di alte temperature.

Quindi attenzione al tipo di impianto che decidete di installare e in caso di dubbi, chiedete una consulenza professionale.