Da un lato il pericoloso arsenico, semimetallo che si trova in natura e dannoso per la salute quando entra nella catena alimentare, dall’altro i rifiuti di sigarette, inquinanti per l’ambiente: la scienza sta iniziando a sfruttare i secondi per eliminare il problema dell’arsenico dall’acqua potabile.

L’intuizione viene da Pechino, dove un team di ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze ha pensato di rivestire la cenere di sigaretta con ossido di alluminio. La cenere, che ha una consistenza porosa, si è mostrata adatta al filtraggio dell’arsenico, per lo meno più funzionale rispetto ad altri scarti alimentari come la buccia di banana e la lolla di riso, sperimentati dagli studiosi in precedenza, ma senza successo.

Per arrivare ai risultati, pubblicati sulla rivista scientifica Acs’ journal industrial & engineering chemistry research, il team di ricerca ha testato il materiale con dell’acqua di falda contaminata,  riscontrando che veniva rimosso più del 96 per cento dell’arsenico e quindi ridotto il livello al di sotto dello standard fissato dalla Organizzazione mondiale della sanità (Osm).

Al momento le ricerche proseguono grazie al finanziamento dalla National Natural Science Foundation of China e al finanziamento dalla Hefei Center for Physical Science and Technology. Se il metodo dovesse dimostrarsi scientificamente valido si aprirebbero scenari di depurazione entusiasmanti, considerando che in colpo solo si presterebbe più attenzione a non gettare per strada i mozziconi di sigarette (per il valore che assumerebbero), e dall’altro lato si potrebbe purificare la risorsa idrica dall’arsenico senza ricorrere a tecnologie costose.

Di fatto, la contaminazione delle acque con l’arsenico (le acque sotterranee di bacini o di falda, incontrando rocce vulcaniche, solubilizzano l’arsenico che contamina l’acqua) è un problema mondiale, che vede il continente asiatico come il più contaminato (in particolare il Bangladesh); seguono l’Australia, che registra problemi di arsenico, l’America del Sud, soprattutto l’Argentina, e poi l’America del Nord e l’Europa del Nord. In Italia la presenza dell’arsenico in acque destinate a uso potabile interessa oltre 100mila cittadini.
Purificare a basso costo, con il residuo delle sigarette, potrebbe essere la soluzione per arginare la problematica.