L’artigianato italiano in epoca medievale si distingueva per l’alta qualità dei suoi prodotti esportati in tutta Europa. Soprattutto a partire dall’XI secolo si registra un notevole sviluppo dell’industria tessile in molti centri italiani. Prodotti i tessuti bisognava poi colorarli. Fino alla metà del XIX secolo, tutti i coloranti erano ricavati da sostanze naturali, soprattutto di origine vegetale e animale.

Fra i coloranti più antichi troviamo la robbia, un colorante rosso ricavato dalle radici di Rubia tinctorum, il blu indaco ottenuto dalle foglie di Indigofera tinctoria, il giallo tratto dagli stimmi di Crocus sativa, o zafferano, e la sanguinella (o Cornus) estratta dall’albero omonimo. Tuttavia c’è da chiedersi: come si è modificato il trattamento e il finissaggio dei tessuti da allora fino ai giorni nostri? Le tecniche più comuni prevedono macchine in grado di depositare, con diversi tipi di inchiostro e a seconda del tipo di utilizzo e di composizione del tessuto (naturale o sintetico), gli inchiostri appartenenti a due grandi gruppi: inchiostri pigmentati e inchiostri dispersi.

Il finissaggio tessuti mediante inchiostro

I tessuti trattati mediante inchiostro pigmentato sono spesso utilizzati per pezze colorate avendo il vantaggio che i colori non si mescolano, anche se sono a contatto tra loro; uno svantaggio del trattare i tessuti con tali inchiostri però è una bassa capacità di stampa poiché parte dell’inchiostro potrebbe trasferirsi nella parte del nastro già trattata. I tessuti trattati con inchiostro disperso utilizzano sostanze liquide che non contengono pigmenti, con il vantaggio che possono essere rigenerati a differenza di quelli pigmentati; trovano largo utilizzo nelle grandi stampanti collegate a personal computer. In questo momento l’industria tessile impiega non solo macchine per trattare e finire i tessuti mediante inchiostri tradizionali. Possono essere altresì usati inchiostri solidi su film sottili e magnetici a base di ossido di ferro disperso in sottili strati di poliestere.

E il futuro quale sorprese ci riserverà? Forse macchine in grado di depositare inchiostri a base di cellule e batteri con capacità di cambiare colore in funzione alle condizioni ambientali e tessuti progettati al computer e poi stampati?