Per far funzionare le cose deve esserci passaggio, che si tratti di informazioni, di fluidi o di impulsi nervosi: la vita in natura sul passaggio della linfa nei canali interni delle piante, l’attività del nostro cervello si basa sul passaggio di impulsi nervosi lungo le sinapsi e la nostra stessa civiltà si basa su infrastrutture di tubi.
Sono i tubi a portare l’acqua nelle case, sono i tubi a raccogliere le acque sporche per portarle nelle fogne; negli impianti industriali, sono i tubi a portare i fluidi e l’acqua necessari perché si compiano i processi sui quali si basa tutto quello che utilizziamo. Senza la chimica di base non esisterebbero neppure la stragrande maggioranza dei materiali che utilizziamo ogni giorno.

Tubi anche nel web

Anche internet è basata su cavi che uniscono fisicamente tra loro tutti i paesi del mondo nella grande rete del World Wide Web. All’interno di lunghissimi tubi, i cavi scorrono sotto gli oceani, connettendo tra loro i diversi continenti. Il giornalista di Wired USA Andrew Blum ha scritto un libro dedicato alle infrastrutture assolutamente reali che stanno dietro al mondo virtuale di Internet.
Si intitola Tubes (tubi) ed è nato da un episodio apparentemente insignificante capitato a Blum: un giorno la sua connessione di casa si era interrotta per via di uno scoiattolo che aveva mangiato un cavo. Da qui è iniziata un’indagine durata due anni che ha confermato il fatto che le connessioni fisiche, e anche la geografia, sono fondamentali per il Web.

I tubi di Google

Per avere un’idea delle mirabolanti strutture che stanno dietro al mondo di internet si può guardare la galleria fotografica che Google dedica alle proprie infrastrutture: gli enormi data center ospitano le copie di backup dei nostri dati, grandi server e serbatoi di stoccaggio dell’acqua necessaria per il raffreddamento. I tubi che gestiscono l’aerazione e il passaggio dell’aria sono dipinti con colori vivaci per distinguere a prima vista la loro funzione. In alcuni casi i data center sono collocati in posti freddi, sulle coste, in modo da sfruttare l’acqua di mare per mantenere la temperatura ideale.

È quel che succede in Finlandia, ad Hamina, dove Google ha trasformato una vecchia cartiera in un data center iper-tecnologico che sfrutta questo sistema di raffreddamento ecologico unico al mondo. Qui lavorano più di 90 persone tra ingegneri, tecnici informatici, idraulici, meccanici, addetti alla manutenzione, alla ristorazione e alla sicurezza.
Per far funzionare Internet, il regno del virtuale, servono chilometri e chilometri di cavi e di tubi, le risorse della natura, e il lavoro di squadra di tanti professionisti diversi.